I composti bioattivi agiscono come antiossidanti e possono contribuire al miglioramento della sensibilità all’insulina e a ridurre l’infiammazione
Ho 56 anni e una importante familiarità per diabete, per cui cerco di mantenere uno stile di vita sano per alimentazione, peso e modesta ma regolare attività fisica. Ho smesso di fumare, ma faccio fatica a rinunciare a 3-4 caffè al giorno. Ho letto informazioni controverse sulla relazione tra caffè e diabete: potete darmi qualche indicazione semplice e univoca?
Risponde Vincenzo Garofalo, diabetologo ed endocrinologo, Unità di Endocrinologia, malattie del ricambio e della nutrizione, Policlinico «Gaspare Rodolico – San Marco», Catania – Associazione Medici Diabetologi
L’associazione tra caffè e diabete è stata oggetto di molti lavori e le evidenze scientifiche sono in gran parte positive. Gli studi suggeriscono che il consumo moderato di caffè può essere associato a un ridotto rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Il caffè contiene diversi composti bioattivi che agiscono come antiossidanti e possono contribuire al miglioramento della sensibilità all’insulina e a ridurre l’infiammazione.
I benefici del caffè
Tra questi vi sono gli acidi clorogenici che possono influenzare positivamente il metabolismo del glucosio e migliorare la sensibilità all’insulina, hanno proprietà antinfiammatorie e possono ridurre l’assorbimento del glucosio nell’intestino; la caffeina che può migliorare la termogenesi e la sensibilità all’insulina; l’acido ferulico che contribuisce alla protezione delle cellule dai danni ossidativi e ha effetti antinfiammatori; l’acido caffeico che ha proprietà antiossidanti e può aiutare a migliorare il metabolismo del glucosio; e, infine, le melanoidine che si formano durante la tostatura del caffè e contribuiscono alla salute intestinale e alla regolazione della glicemia.
Tre o quattro tazzine al giorno
Alcuni studi riportano che la caffeina può avere effetti acuti sulla glicemia e sulla sensibilità all’insulina, aumentando temporaneamente i livelli di glucosio nel sangue in alcune persone. Questo effetto è più pronunciato nelle persone con diabete di tipo 2. Un consumo moderato, definito come 3-4 tazze di caffè al giorno, è generalmente considerato sicuro. Tuttavia è importante monitorare come il caffè influisca sul proprio organismo, poiché gli effetti possono variare da persona a persona. Se si nota che il consumo di caffè causa disagio, ansia, problemi di sonno o altri effetti negativi, bisogna ridurre l’assunzione o optare per il decaffeinato.
Confrontarsi con il medico
Gli studi suggeriscono che anche il caffè decaffeinato può avere effetti positivi sul rischio di diabete di tipo 2, grazie agli stessi composti bioattivi presenti nel caffè «normale», ma senza l’effetto stimolante della caffeina. Bisogna prestare attenzione a cosa si aggiunge al caffè. Zucchero, panna e altri additivi calorici possono aumentare il contenuto calorico e influire negativamente sul controllo del peso e della glicemia. In conclusione, con le dovute precauzioni e un consumo moderato, il caffè può far parte di uno stile di vita sano anche per chi ha una predisposizione al diabete. Tuttavia è sempre consigliabile discutere con il proprio medico per personalizzare le raccomandazioni in base alla situazione specifica.